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Guerriglia urbana di ascendenza rivoluzionaria o complotto internazionale manovrato da burattinai invisibili? Degenerazione dei movimenti di contestazione o conflitto di lunga durata tra fascisti e comunisti? Tesi e teorie spesso contrastanti si sono susseguite per oltre trent’anni nel tentativo di capire, e talvolta giustificare, le radici di una violenza diffusa ai limiti della guerra civile. La questione è ancora aperta: cosa sono stati gli anni di piombo e cosa ha significato il terrorismo per l’Italia? Marc Lazar e Marie-Anne Matard-Bonucci tentano di rispondere a questi interrogativi con un volume che raccoglie gli importanti contributi di storici, politologi, sociologi e giuristi italiani o francesi. Senza dimenticare le testimonianze di protagonisti come Gian Carlo Caselli, Armando Spataro e Luigi Manconi. Dal mito della Resistenza alla sua strumentalizzazione, dalla protezione occulta offerta alla destra eversiva al sostegno, anche esplicito, degli intellettuali alla lotta armata, dalle responsabilità della classe politica alle contraddizioni della prima Repubblica, gli autori ripercorrono le tappe fondamentali di un racconto corale in cui luci e ombre, volontà di comprensione e desiderio di oblio si confondono. E analizzano il significato e le modalità della violenza, l’elaborazione ideologica dell’epoca, le rappresentazioni contemporanee e successive (tra manifesti, fotografie, film e libri), e i delicati rapporti tra Francia e Italia, soprattutto riguardo all’estradizione dei terroristi non pentiti, che ha avuto nella vicenda Battisti la puntata più recente. Per provare a capire in che modo il nostro Paese è potuto entrare, dopo la fiorente primavera del Sessantotto, nell’inverno più duro e lungo della sua storia.

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